Ci sono abbinamenti che
già solo a descriverli son strani per forza.
La stranezza di chi è
così folle da fare certi esperimenti, e la follia di chi decide di
abbinare tali particolari prodotti al Sigaro Toscano e ad una
bevanda.
Ho avuto la possibilità,
grazie a Bonajuto, ai suoi titolari e a Salvo, mio referente partner,
di assaggiare il Maris. Parafrasando i Monthy Phyton...”and
now something completely different”
Cioccolato Salinae
al 70% di cacao, ripieno di cioccolato bianco...bottarga e alga nori.
Lo scrivo così, senza
farvi sedere, senza avvisarvi né prepararvi alla notizia, ma di
getto.
Credo di immaginare
l'espressione di chi legge; credo sia simile a quella che ho
riscontrato nelle persone a cui ho detto che avrei provato a fare un
abbinamento con questo cioccolatino e il Sigaro Toscano.
Fidatevi...dopo averlo assaggiato l'espressione cambia. Questo non
vuol dire, talmente è particolare la mescolanza di gusti, che per forza di cose vi debba piacere, sia chiaro.
Chi lo proverà? Chi ha
mentalità aperta e disponibilità a sperimentare cose nuove.
A chi piacerà? A coloro i quali piace – oltre al cioccolato, ça
va sans dire - il gusto salato
nelle due sfumature dei fiocchi di sale del cioccolato di
rivestimento e della bottarga nel ripieno e il gusto tipico ed
inconfondibile dell'alga nori, lo stesso tipo di alga che si utilizza
nella creazione dei maki, del sushi e nei nigiri; si insomma quella
che si usa per avvolgere e/o decorare il riso e il pesce crudo della
cucina giapponese.
Il gusto che lascia in
bocca è intenso e si sviluppa per gradi. Per questa ragione ci
voleva un sigaro che fosse sufficientemente intenso e corposo da non
farsi sovrastare dalle note salmastre ed arse, come le
tamerici di d'annunziana memoria (sul salmastro poco da spiegare, ma
forse non tutti sanno che i fogli di alga nori per sushi vengono
tostati quindi...”arsi”, in un certo senso) ma non troppo
corposo al punto di coprire la percezione di alcune note lievi, né
troppo sapido per non aumentare ulteriormente il livello di salinità
percepito sulla lingua già presente grazie al cioccolato.
La scelta quindi è caduta sul Modigliani, dato che l'Antico Toscano
sebbene non sapido, era probabilmente di gusto troppo forte e amaro,
il che rischiava di coprire parte dei variegati gusti del cioccolato,
mentre molti altri Toscani hanno – come caratteristica –
quella di spaziare tra il sapido ed il leggermente sapido. Li ho
trovati quindi inadatti data la già presente doppia presenza di tal
gusto già solo nel Maris. Il
Modigliani, con la sua forza media tendente al basso e l'aromaticità
peculiare mi è sembrato il compagno ideale di degustazione.
Cosa
bere per accompagnare, sigaro e cioccolato così affiancati?
Serviva
qualcosa che ripulisse la bocca dalla pastosità del cacao pur
mantenendone i retrogusti dati dai vari ingredienti, e anzi
aggiungendo quelli della bevanda ma senza sovrastare i gusti e
profumi del sigaro. Ho fatto una scelta conseguenziale, poiché la
nota più accentuata e persistente che rimane nella bocca è quella
dell'alga nori che fa anche passare - temporaneamente - in secondo
piano la sensazione intensa di salino sulla lingua; la scelta
migliore quindi per accompagnare questa sorta di ciocco-sushi alla
siciliana per me è stata: saké giapponese!
La
sequenza delle sensazioni per me è stata... l'aromaticità e il gusto
peculiare del Toscano Modigliani,
il coinvolgimento del saké a inumidire e preparare il terreno per il
Maris, la
scioglievolezza salata del cioccolato esterno, l'esplosione prima
dolce e pastosa del cioccolato bianco e poi quella granulosa, del
ripieno (bottarga), l'incremento leggero di salinità accompagnato
dalle prime note marine, la momentanea stabilità del gusto fino alla
successiva esplosione di gusto dell'alga nori dopo che il tutto è
stato masticato e deglutito. La bocca è ormai vuota, la lingua è
salata, il gusto stabile...poi all'improvviso, mentre la salinità
decresce ecco arrivare con una forza inaspettata il gusto dell'alga
che resta a farci compagnia veramente a lungo. E dopo essersi gustati
e goduti la mescolanza di tutti questi gusti, il saké passa sulla
lingua e nella bocca e sembra l'amico di sempre. Sembra quasi che si
incontri con la nori e che le dica: “ehi ciao, anche tu da queste
parti? E' bello incontrarsi di nuovo” e l'alga: carissimo, come
stai? Permettimi di presentarti l'amico siciliano che mi ha
accompagnato e che si sta prendendo cura di me”.
Insomma,
in questo convivio di gusti, profumi e aromi alla fine, appena uscito
dalla porta, rientra dalla finestra anche “L'Artiste italienne” e
si fa spazio fra gli invitati chiedendo scusa per essersi
momentaneamente allontanato ma – in maniera discreta – rientra e
viene coinvolto nella discussione, trovandosi perfettamente a suo
agio.
In
questo andirivieni di ospiti rumorosi, ognuno con la propria spiccata
personalità e voglia di emergere, chi decidesse di provare questo
abbinamento deve essere nello stato d'animo di voler aver a che fare
con tante prime donne che gareggiano a chi si fa ricordare di più e
con più piacere. Devo dire che a distanza di ore avevo ancora la
percezione salina sulla lingua, il gusto del tabacco, l'aroma di mare
e il ricordo vivo del tipico aroma del vino giapponese...tutti ancora
a far bella mostra di sé.
Parlando
con Salvo, ipotizzavamo un abbinamento con delle bollicine, e sono
tutt'ora convinto che sia una scelta azzeccata, proprio per la natura
fresca e pulente del prodotto. Ma ho voluto provare qualcosa che –
come il loro cioccolato – andasse oltre i normali canoni di gusto.
Il saké giapponese, pur ripulendo la bocca dalla pastosità del cioccolato e del cioccolato bianco, asseconda i gusti “presenti in sala”. Il saké è
un nuovo compagno che viene per restare a dialogare con gli altri,
con tutta la sua personalità. Un vino frizzante è più come una
folata di vento d'estate che rinfresca e “cambia l'aria” mentre
facciamo corrente aprendo due finestre sui lati opposti della stanza;
ci provoca una piacevole sensazione di benessere, interrompe
momentaneamente la conversazione fra gli ospiti, e quel che rimane
nella stanza è “solo” il profumo che il vento ha trascinato con
sé, che può essere diverso a seconda della sua provenienza, da cosa
ha incontrato sulla sua strada. Insomma, a seconda di cosa scegliamo
di bere diamo differenti priorità agli ospiti intervenuti, decidiamo
se aggiungerne o meno, e quanto essi si debbano fermare e far
ricordare. L'importante, come sempre, è che non ci sia qualcuno
troppo egocentrico, che non tenda a sovrastare con la propria
personalità quella degli altri.
Ecce
Maris!
Il Fummelier c
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