venerdì 20 dicembre 2013

Toscano e...Riserva Lunelli 2005 di Cantine Ferrari - Premio Speciale


Sono in difficoltà. Son diversi giorni ormai che cerco di affrontare la pagina bianca sullo schermo del computer per redigere un racconto di quanto successo al GOOD 2013 quando ci siamo trovati di fronte – per una degustazione con il Sigaro Toscano Antica Tradizione e cioccolatini all'aceto balsamico dell'Acetaia Malpighi – il Riserva Lunelli del 2005 di Cantine Ferrari.
Sono in difficoltà perché non riesco a trovare parole misurate. Ho paura di scivolare in una sequela di aggettivi e di passaggi retorici fastidiosamente melensi, che qualcuno potrebbe ritenere esagerati.
L'ho già scritto altre volte, e l'ho detto anche durante le degustazioni effettuate in occasione della manifestazione in oggetto. Fino a pochi anni fa non ero affatto un amante delle cosiddette “bollicine”. Ci avevano provato in tanti, nel corso degli anni, a farmi cambiare idea ma non ero fra coloro che avrebbero autonomamente richiesto al cameriere o all'addetto di turno di bere uno spumante, un prosecco o uno champagne, che fosse per aperitivo che per desinare. Non che non avessi piacere di bere – quando fosse oltretutto di qualità – un buono spumante, magari brut data la mia preferenza per i gusti secchi ed amari, ma non ne avrei fatto la mia prima scelta, diciamo così.
Perché racconto questo? Per cercare di far comprendere di quale lungo salto abbia io potuto compiere per poter arrivare ad affermare – soprattutto a me stesso – che errore avessi fatto fino ad oggi e quante occasioni di bere bene ho perso lungo “la via del piacere”.
E' un peccato che nessuno abbia colto l'attimo ed abbia fotografato l'esatto momento in cui – seguendo la traccia di percorso della degustazione guidata con il sigaro – abbiamo tutti insieme portato alle labbra il bicchiere con il Riserva Lunelli; quell'immagine sarebbe stata sufficiente a mostrare e a raccontare il necessario. Sarebbe bastata quell'immagine, io non avrei avuto necessità di scrivere queste righe e non avrei quindi trascorso tutto quel tempo davanti allo schermo senza sapere cosa scrivere. Purtroppo – o per fortuna, visto che non tutto deve necessariamente sottostare alla “dittatura” del fotografiamo tutto in ogni momento, in special modo mentre stiamo godendoci un bel momento – quell'immagine non c'è...dovete rassegnarvi a leggere queste righe.
Quel che posso dire è che alternare boccate di fumo Antica Tradizione, bocconcini di cioccolato all'aceto balsamico e sorsate di Riserva Lunelli, è stato un momento di pura goduria. 

Tecnicamente è un millesimato con 7 anni minimo di maturazione, realizzato con uve selezionate di Chardonnay della vigna di Villa Margon, di proprietà della Famiglia Lunelli e se proprio devo mutuare una espressione da loro utilizzata per descrivere il prodotto, “arcobaleno di sensazioni” è una delle più ficcanti. Si, perché l'espressione iniziale condivisa fra coloro che in quei giorni di GOOD hanno potuto degustare questo nettare, era proprio “Ehhh? Che succede? WOW, da dove comincio a descrivere razionalmente quello che sto sentendo? Con quali parole?” E le domande si sono succedute e sono aumentate via via che si cercava di inquadrarle in uno schema che potesse darci non dico una visione completa della questione, ma almeno il “la” per iniziare a parlarne. Con questa scusa molti (tutti?) si son fatti riempire il calice più e più volte...
Ho letto di persone che non amano abbinare alle loro fumate di sigaro altro che non sia acqua, poiché ritengono che aggiungere altri gusti “infici” la loro percezione del gusto del tabacco; se per simpatia ed empatia non riesco ad affiancarmi a loro, pur comprendendone le ragioni, è l'approccio exopatico che mi porta a realizzare tale diversità di visione e dell'esperienza degustativa, facendomi ovviamente rispettare il loro punto di vista e facendomi esclamare però – molto più semplicemente e ironicamente – “non sapete cosa vi perdete!”
Credo siano semplicemente due scuole di pensiero, entrambe legittime, che mirano comunque ad un fine comune, quello di godersi a pieno le belle e buone cose della vita.
Se conosco e apprezzo il gusto di un Toscano Antica Tradizione, di un cioccolatino ripieno di aceto balsamico di Acetaia Malpighi, e conosco - amo e mi inebrio- dei profumi e sapori di un calice di Riserva Lunelli di Ferrari, il mio passo successivo è quello di provare ad avere ulteriori e nuove sensazioni, abbinandoli insieme per creare un terzo gusto che si possa sposare bene e che possa aggiungere un nuovo e buon ricordo nel mio personale database di esperienze. E l'unica cosa che posso fare per evitare che restino solo mie, è quello di parlarne e condividerle con chi ha la voglia ed il piacere di starmi ad ascoltare, per magari provarle e farle diventare sue, in modo che non vadano perse e che siano se non di tutti, di molti...che le cose belle vanno condivise e godute con gli altri. 


per informazioni:

 

Il Fummelier  c

giovedì 5 dicembre 2013

Bruno Bassetto - Fra Tagli d'Italia dalle Corna alla Coda...e la "bibbia interiore"



Ho conosciuto l'opera prima di Bruno molti anni fa, non ricordo esattamente se nel 2003 o nel 2004, ma ciò che ricordo fu la folgorazione nel leggere quel titolo sullo scaffale della libreria; Fra tagli e Frattaglie. Per un amante delle interiora in cucina quale sono, è stata un'attrazione irresistibile. Era la prima – e a quanto mi è dato sapere anche l'unica – volta in cui mi sono imbattuto in un ricettario così specificatamente dedicato all'argomento. Ricco, non solo di ricette ma anche di consigli, così come di aneddoti e storie personali della vita e del lavoro dell'autore, decisi che diventasse immediatamente – appunto – la mia personale “bibbia” culinaria, conservata a fianco degli altri importanti testi che nella mia vita ho raccolto ed utilizzato per la mia formazione di appassionato di cucina e cuoco autodidatta. Due volte l'anno organizzavo quella che chiamavo un pranzo ed una cena “interiore”. Creavo un menu di almeno tre/quattro portate e approfittavo sia delle ricette che dei consigli di Bruno implementandole con quanto già faceva parte del mio bagaglio cultural-culinario in merito. Non eravamo mai tanti, al massimo quattro, poiché purtroppo la maggioranza delle persone è schizzinosa e al solo sentire la parola “interiora” reprime a fatica espressioni di disgusto...stolti, non sanno quel che si perdono. Che continuino a sottostare alla “dittatura della fettina” come la definisce il Cav. Cremonini nella prefazione del secondo libro di Bruno Bassetto, di cui andrò a parlare nelle righe seguenti.
Nel marzo 2013 conosco personalmente Bruno presso la Fiera di Pordenone “Cucinare” e riconoscendolo mi presento per quello che sono, un suo ammiratore fedele e riconoscente. Devo evidentemente risultargli simpatico poiché avremo modo di rivederci e mangiare assieme; insieme a lui e ad altri amici, ammiratori e appassionati, nel corso dei mesi, fino ad arrivare alla serata del 2 dicembre a Castelfranco Veneto in cui è stato presentato il secondo libro di Bruno Bassetto, Fra Tagli d'Italia dalle Corna alla Coda.
Ospiti di Bruno e dell'Hotel Fior e alla presenza delle autorità, è stato possibile approfondire la conoscenza dello spirito, della passione, umanità e professionalità di Bruno in questi suoi primi 50 anni di attività. 


Ironia, commozione e divertimento e – ovviamente – ottimo cibo e vino, e un bel finale di serata fumando sigari accompagnati da Marton's Gin, alla presenza di Roby Marton e Luca Grilletti che hanno sapientemente e coreograficamente miscelato ottimi gin&tonic con tonica Thomas Henry o - a scelta - con Ledger's Tonic Water alla liquirizia e dolcificata naturalmente con Stevia,  per festeggiare questo suo importante traguardo.
L'ironia della foto di copertina del libro, la commozione di Bruno nel ricordare e descrivere episodi della sua vita, del suo lavoro e delle persone che gli sono state a fianco, il divertimento dato dalla sua spontaneità nel parlare per esprimere i suoi pensieri e dal sapersi prendere lo spazio ed il tempo per godersi la vita assieme alle persone che ne condividano lo spirito e la gioia di vivere.







 Congratulazioni Bruno, cento di questi libri...

Il Fummelier  c

martedì 3 dicembre 2013

Cohiba, Toscano, Trinidad...una serata ben riuscita


Avevo in programma un articolo lungo ed articolato, pieno di aneddoti e di "geniali intuizioni", di quelle che sovvengono quando si è in buona compagnia, in sintonia con le persone e con un tenore alcolico non elevato, ma sufficiente a predisporti a ragionare sui massimi sistemi. Invece stavolta ho deciso di lasciare a chi legge l'intuizione delle conclusioni; mi limiterò a stilare una lista di quanto si è reso protagonista nella serata del primo dicembre, presso la mia umile magione.

Insomma il chi e il cosa...


- Protagonisti: Cesare, Mirco, il sottoscritto Fummelier  c

- Bevande: una bottiglia di Ferrari Perlé 2006 (per aperitivo con Sigaro e con l'antipasto), una di Lagrein 2011 di Ritterhof (con il primo piatto), una di Amarone della Valpolicella 2008 di Collina dei Ciliegi (con la seconda portata), un calice di Ben Ryé di Donnafugata (con il dessert), un calice di grappa Nonino Riserva 8 anni (in abbinamento con il Sigaro conclusivo)

- Cibo: (antipasto) pitina, manzo scottato alla griglia e lardo di Patanegra conditi con aceto tradizionale di Modena 8 anni accompagnati da polentina; (primo piatto) pastasciutta con ragù di cervo; (secondo piatto) spezzatino di orso con patate e porcini; (dessert) semifreddo al tiramisù di Galimberti.

- Sigari: Trinidad Short Robustos T EL 2010, Toscano Originale Selected 2006, Cohiba 1966

- Musica (rigorosamente in Vinile): Sally Oldfield "Water Bearer", Nina Simone " Let it be me" (live at Vine St.), Canned Heat "Reheated", Fabrizio de Andrè " Non al denaro, non all'amore né al cielo", Autori Vari "Tutto Sanremo 1981"


Appellandoci al quinto emendamento, rifiutiamo di rivelare quanto fra noi dettoci durante la serata.L'unica cosa che possiamo riferire è che gli abbinamenti Sigari-cibo-bevande sono stati particolarmente apprezzati e goduti.


Il Fummelier  c


mercoledì 27 novembre 2013

Sigaro Toscano e...Antica Dolceria Bonajuto - 5/5



Per terminare la serie di 5 di questa mini serie di articoli del dopo GOOD 2013, ho scelto qualcosa di peculiare. Finisco in dolcezza. Bonajuto, il più antico laboratorio artigianale di cioccolato di Sicilia. Ho già accennato alla cioccolata – 70% e Salinae utilizzata a corredo di molte delle degustazioni effettuate durante la manifestazione, in abbinamento ad altre eccellenze viti-vinicole e/o distillatorie, ma cosa succede se decidiamo di fare una degustazione “tutto” Bonajuto? Capita che in certi orari alcune persone chiedano di poter degustare qualcosa di analcolico. Nella maggioranza dei casi infatti gli abbinamenti con i sigari sono tesi a proporre – con un più o meno alto tenore – degli alcolici. Mi è sembrato corretto proporre qualcosa di alternativo, per stimolare il palato e la curiosità degli appassionati; Latte di mandorla, Cioccolato 70% e Toscanello aroma caffé...se amate la dolcezza, questo abbinamento fa per voi.

  
Cosa ha reso indimenticabile, oltre al gusto, l'incontro con il latte di mandorla Bonajuto? Come per le altre eccellenze degustate e recensite in questi ultimi scritti, qual è stato l'istinto – dopo aver letto l'eventuale depliant o libretto descrittivo del prodotto – che è scattato? La richiesta di poter visionare la bottiglia, per leggerne l'etichetta per carpire, se possibile, ulteriori e nuovi indizi. E' successo anche per il latte di mandorla, ma...
...ma la bottiglia non c'era, o meglio c'era ma era “anonima”, ovverosia senza etichetta. Ed è grazie a questo equivoco che la degustazione ha preso una piega inaspettata; si perché i convenuti a questo punto hanno chiesto, visto che il latte era stato apprezzato – e continuava ad esserlo, mentre continuavo a versarne nei bicchieri – se, purtroppo, non sarebbe stato un privilegio una tantum, quello di bere un vero latte di mandorla siciliano, visto che sicuramente il prezzo della spedizione, a causa del peso delle bottiglie, sarebbe risultato eccessivo e quindi antieconomico. Ed è in questo momento che ho potuto rivelare il segreto: se non lo trovate in negozio e volete ordinarlo direttamente alla cioccolateria, non arriva in bottiglia, arriva in scatola...una volta preparato, sciolto e filtrato, in bottiglia ce lo mettiamo noi. Piccoli pacchettini da 200g di pasta di mandorle – che è la dose per preparare un litro di latte - da sciogliere comodamente a casa nostra; anche perché una volta preparato va consumato come un latte fresco tradizionale di mucca, entro pochi giorni. 


La degustazione, come avrete già capito anche considerando il Toscanello aroma caffè, certo non avrebbe avuto il patrocinio della Associazione per la cura dei diabetici, ma vi assicuro ha reso dolce non solo il palato, ma anche l'atmosfera che si respirava all'interno del Fumoir del Club Amici del Toscano. Una alternativa analcolica ma di grande gusto e qualità, che ha potuto – e può – accontentare coloro che desiderano fare una fumata poco impegnativa e leggera abbinata ad una bevanda particolare, oltretutto “amica della tua patente”. Si perché con cioccolata e latte di mandorla si può bere e mangiare quanto si vuole senza il timore di perderla ad un controllo stradale se si è esagerato.

Per info:
www.bonajuto.it

Il Fummelier  c

giovedì 21 novembre 2013

Sigaro Toscano e...Serprino QUOTA 101 & Acetaia MALPIGHI - 4/5


Succede che il caso – alle volte – si presenti sotto forma di “Roberto”. 
No...non l'acronimo dell'asse Roma-Berlino-Tokio della seconda guerra mondiale, proprio una persona in carne, ossa e...vino!
Aveva sentito parlare di noi (Club Amici del Toscano, n.d.a.) e ci era venuto a trovare allo stand a Verona, alcuni mesi prima, con una semplice richiesta: “può vedere se questo nostro vino, a cui teniamo particolarmente, è adatto ad un abbinamento con il Sigaro Toscano?”
Roberto si allontanò verso l'orizzonte, scomparendo nella nebbia in una fredda serata primaverile. Ok, non c'era nebbia e non faceva freddo e non era sera...ma diamine, l'immagine sarebbe stata più cinematografica, ne converrete. Però era primavera, questo si. 


Capita di ricevere richieste/proposte del genere. Da una parte è ovviamente un piacere ed un privilegio verificare se un prodotto – in special modo nostrano – ha le carte in regola per sposarsi con il fumoso mondo del Sigaro Toscano, o comunque del Fumo Lento. Fa piacere se, come in questo caso, il diretto interessato ti permette di assaggiare quanto chiede di essere valutato. Meno se - puntualizzazione non banale - ricevi richieste di avallo matrimonial-fumoso su prodotti mai sentiti nominare e mai provati... “ne scriva lo stesso, ci farebbe piacere”. Si, capita anche questo...ed ovviamente non ne scrivo.

Ma qui il prodotto c'era: SERPRINO del 2012, di QUOTA 101


Devo dire che inizialmente mi sono sentito eccitato; leggo che 101 è la “quota” sopra il livello del mare, della tenuta situata sui Colli Euganei. Fino all'ultimo – si lo so, sono strano – ho sperato avesse in qualche modo a che fare con l'omonima stanza delle torture del romanzo “1984” di George Orwell; mi sarebbe piaciuto vedere come un produttore, evidentemente appassionato di letteratura, con un coraggio (o una incoscienza) del genere, avrebbe interpretato il tutto.
Ma torniamo al vino, frizzante, ottenuto da uve Glera che abbiamo degustato e fatto degustare agli Amici – vecchi e nuovi – del Toscano. Un vino DOC, tipico della zona dei Colli Euganei nei pressi di Padova, profumato, da bere fresco e accompagnandolo a piatti di pesce o, come abbiamo sperimentato al GOOD 2013, servito come aperitivo...lungo. Il denominatore comune di questi 5 scritti di questa miniserie, è l'essere stato oggetto, da parte dei convenuti, di richieste di bis e ter...


Difetto-non-difetto: va giù come l'acqua, ma non è acqua, quindi bisogna stare attenti agli 11,0% vol alcolici, soprattutto quando si è in compagnia, e magari si sta fumando un buon Sigaro Toscano Modigliani sbocconcellando cioccolatini ripieni di aceto balsamico di Acetaia Malpighi. E' facile giustificarsi nel richiedere un nuovo bicchiere di vino dichiarando di dover “pulire la bocca impastata dal cioccolato”, salvo poi mangiarne ancora perché non si poteva fare a meno neanche di riassaporare il connubio fantastico ed inconsueto del cioccolato fondente con la dolcezza-acidità dell'aceto balsamico tradizionale, mescolare le sensazioni con il fumo del Modigliani, pulire la bocca e rinfrescarla con il Serprino, mangiare il cioccolatino all'aceto balsamico di Malpighi, fumare il Toscano Modigliani, bere Serprino etc. ...ad libitum sfumando, come in uno spartito di un'opera sinfonica.
Quando non c'era il cioccolatino c'era l'assaggio dell'aceto “Saporoso” tradizionale di Modena, invecchiato 8 anni, sempre di Acetaia Malpighi. Ogni qual volta degusto o faccio degustare l'aceto tradizionale di Modena di Malpighi (come ad esempio anche l'extravecchio invecchiato 25 anni), cerco di incrociare lo sguardo delle persone immediatamente dopo l'assaggio, sorrido e dico: “esatto”. A voi comprendere l'intero discorso dietro ad quella semplice parola...ma confido in voi, non è difficile capirlo. 



Torniamo al vino e ad una peculiarità dell'etichetta posteriore, l'abbinamento del vino con un film ed una musica. Ed è con quest'ultima che vorrei lasciarvi; riempite il bicchiere di vino, accendete un Sigaro, scartate un cioccolatino e lasciatevi coinvolgere dalle note della canzone, mangiando, sorseggiando...ad libitum (s)fumando.



per info e approfondimenti:


Il Fummelier  c

martedì 19 novembre 2013

Sigaro Toscano e...Brandy Italiano VILLA ZARRI - 3/5


Come accennato nel primo articolo della mini serie da 5 che sto pubblicando post GOOD 2013, Villa Zarri ha un posto riservato – vicino al finestrino (per godersi il panorama durante il viaggio) e in zona fumatori (ça va sans dire) – e anche nel mio cuore, e lo ha anche perché non può essere altrimenti.
Concedetemi una digressione personale che va a spiegare parte delle motivazioni.
La Famiglia Zarri è l'inventrice del Select (come già precedentemente scritto, quello vero, non la roba attualmente commercializzata con lo stesso nome) a cui – per svariati motivi, anche personali – sono particolarmente legato, e grazie a Guido Fini Zarri ho potuto conoscere Giancarlo Mancino e i suoi Vermouth; quello che io – e non solo io – ritenevo un vuoto, è stato colmato.
Quindi mi sento in sintonia con Guido, per almeno tre ragioni:

  • La sua famiglia ha inventato il Select
  • Mi ha fatto conoscere colui che ha colmato un vuoto nel mondo dei Vermouth
  • Produce un brandy di eccelsa qualità

Ovviamente mi concentrerò su quest'ultima.
Vi consiglio una visita in distilleria a Castel Maggiore vicino Bologna; potrete vedere come lavorano, farvi spiegare come si deve lavorare per ottenere un prodotto di qualità e potrete vedere con i vostri occhi l’alambicco Charentais interamente in rame, mentre vi spiegano il processo di distillazione discontinua a due passaggi (e non continua, come fa la maggioranza dei produttori), il metodo da loro adottato.


Ora passiamo alle impressioni della manifestazione in cui ho avuto l'onore di poter far degustare uno dei prodotti di punta di Villa Zarri ad appassionati e curiosi che inizialmente, viste le purtroppo derive commerciali, erano convinti che volessimo servirlo come correzione ad un caffè. Pochi a dire il vero, ma non sto esagerando il concetto, lo sto parafrasando utilizzando una metafora semplice per esprimere un concetto che, seppur non difficile da capire, viene così ad essere chiarito in maniera più simpatica. Il concetto – sostanzialmente – è che alcune persone sono convinte che il massimo dell'espressione distillatoria in fatto di brandy sia quella da “supermercato”, e purtroppo...hanno ragione, almeno per quelli che sono per loro i canali da cui ricavano le informazioni in merito. Ecco perché esistono certe manifestazioni, per diffondere la cultura del buon bere, del buon mangiare e del buon fumare. Mi spiego.
Durante le appassionate degustazioni ho espresso un concetto e ho cercato di spiegarlo e soprattutto giustificarlo ai convenuti. Ho fatto notare un semplice assunto ovvero che, a differenza della maggior parte dei prodotti in commercio di cui si trovano differenti categorie di qualità, con il brandy non succede. Se volete fare un salto di qualità e non affidarvi ai “soliti noti da supermercato”, senza arrivare di colpo all'eccellenza, cosa comprate? A chi vi rivolgete? Non c'è la via di mezzo...o spendete poco, o spendete quanto è necessario spendere per un'eccellenza come il Villa Zarri, e questo vale per qualunque prodotto di altissima qualità. Esistono altre distillerie che producono brandy con distillazione di vini locali e particolari, ma che non sono – come la tradizione e l'esperienza insegnano il trebbiano romagnolo e quello toscano, deputati i migliori vini per la produzione del brandy italiano e che sono quelli usati nella distilleria di Villa Zarri.


Di birre ce ne sono di tutti i tipi, qualità e prezzi. Di rum anche, di vini, spumanti, champagne non ne parliamo. Per i whisky non è necessario passare dal Glen Grant 5 anni al Port Ellen in un unico passo; c'è un mondo in mezzo da esplorare.
Con il brandy, o ci “accontentiamo” o...Villa Zarri. Se fate la domanda a me su cosa scegliere non avrei dubbi. La vita è breve e se una delle vostre priorità – come per me del resto – è di godersi a pieno i momenti belli che ci è dato di trascorrere, vi accorgerete che le scelte sono facili da prendere. Se mangiare bene, bere meglio e fumare al top non sono vostre priorità, smettete pure di leggermi e continuate a mangiare prodotti preconfezionati da riscaldare, vino da 5€ il bottiglione da 10 litri e a fumare sigarette o sigari di tabacco ricostruito.
Se invece parliamo di come godersi la vita, abbinate – come abbiamo fatto noi al GOOD – il Brandy Villa Zarri 23 anni di invecchiamento (veri...VERI, non solera) millesimato 1988 con infusione di tabacco Kentucky con Sigaro Toscano Originale – fatto a mano – con gusto e profumi da vero intenditore. Due prodotti al massimo delle loro espressioni, ma poiché non c'è due senza tre, aggiungete anche del cioccolato della più antica cioccolateria siciliana, un 70% di Bonajuto e l'esperienza è completa.

E io, per aggiungere valore a valore, e incastonare – rendendolo più prezioso – una bellissima gemma nelle griffes di un anello d'oro, vi invito nella prosecuzione della lettura di un altro articolo su Villa Zarri che scrissi qualche tempo fa. Prendetevi il Vostro tempo e rilassatevi, ne vale la pena...



Toscano Millennium e Brandy Villa Zarri 21 con selezione di tabacco

Immaginare è una bella attività, riservata – sembra - agli esseri senzienti come l'uomo, che hanno una coscienza del sé. Ancor più bello dell'immaginare è poter mettere in pratica ciò che si è immaginato.
In una fredda giornata come quella che sta accompagnando l'arrivo della stagione invernale, è stato facile, prendendo spunto dalla recente moda imperante dettata dall'enorme quantità di programmi che trattano di cucina, di competizioni culinarie, di guru della gastronomia locale ed internazionale, immaginare una personale “ricetta”. La voglio condividere con voi.
Uno dei protagonisti scelti è un prodotto italiano di qualità, ovvero l'Antico Brandy Italiano, 21 anni di invecchiamento, millesimato 1988 – con selezione (infusione) di tabacco toscano, di Villa Zarri.
Distillato di Trebbiano Toscano, in Alambicco Charentais in rame, con metodo discontinuo e invecchiato in botti di rovere, questo brandy non evidenzia solo la qualità dovuta alla cura nella selezione delle materie prime e nel procedimento di distillazione, ma anche unicità per la peculiarità dell'infusione di tabacco Kentucky coltivato in Toscana. Un retrogusto che appassiona chiunque, con i suoi profumi avvolgenti che promettono al palato una soave dolcezza e un carattere forte, deciso ma equilibrato. Una promessa che realizziamo mantenuta al primo sorso.
Ma torniamo alla ricetta. Il Brandy di Villa Zarri è solo uno degli ingredienti che – seguitemi e non ve ne pentirete – compongono una esperienza che, diciamoci la verità, dopo aver letto queste righe, deciderete di meritarvi.

Ingredienti (per una persona):
  • un pasto sostanzioso ma non eccessivamente pesante, a base di uno dei vostri piatti preferiti
  • Una stufa a legna con fuoco a vista, un camino o un “fogolar”
  • Una comoda poltrona da posizionare davanti al fuoco
  • Un poggiapiedi (se non già previsto dalla poltrona) per distendere le gambe
  • Una coperta imbottita (se gradita)
  • Se presente, un affettuoso animale domestico provvisto di sangue caldo e pelo, tipo un gatto o un cane
  • Un ballon ampio in cui versare 3-4 cl di Brandy Villa Zarri 21 con selezione di tabacco
  • Un sigaro Toscano Millennium, accendino - o fiammiferi - e posacenere

Procedimento: 

- Lasciate fuori per un paio di ore problemi, pensieri, preoccupazioni e decidete di concedervi il lusso di pensare a voi e solo a voi stessi, per ricaricarvi, per distrarvi, per rendere speciale la vostra giornata. Non accendete tv, radio o stereo, men che meno diaboliche cuffiette ma disponetevi di fronte alla stufa o al camino acceso. Come unico sottofondo il silenzio, interrotto esclusivamente dal crepitare della legna che arde, scoppiettante e controllata. E in questo tepore, avvolti nella vostra coperta preferita, il vostro compagno a quattro zampe, felice di farvi compagnia accoccolato sulle vostre ginocchia, o ai vostri piedi,  tranquillo anch'esso a riposare.
Prendete il vostro Toscano Millennium, assaporatene il profumo a crudo, controllate il tiraggio a sigaro spento e cominciate a sentirne il gusto in bocca poi, con calma, accendetelo e tirate le prime piacevoli boccate. Fate scorrere nella vostra mente le immagini delle sigaraie che hanno creato quel sigaro, selezionato dai migliori tabacchi Kentucky italiani e nordamericani. Immaginate la storia di quel sigaro che avete fra le mani, di quanta strada hanno percorso quelle foglie e quanto tempo è dovuto trascorrere prima che potesse giungere a voi, per deliziarvi in quel preciso momento. Quando l'astringenza della bocca comincia a farsi sentire, accompagnata dal gusto leggermente amaro e gli aromi di legno e cuoio cominciano a inebriarvi i sensi, prendete il bicchiere e annusate i profumi che scaturiscono da questo peculiare distillato con infuso lo stesso tipo di tabacco utilizzato per produrre i Sigari Toscani. Bagnatevi le labbra e assaporatene la mescolanza con gli aromi ed il gusto del sigaro. Alternate il fumo a piccoli sorsi di Brandy e a qualche carezza al vostro gatto o cane e proseguite così, felici e sereni, sicuri che nulla potrà disturbarvi. L'unica controindicazione è che dopo aver bevuto un nettare come quello di Villa Zarri sarà difficile tornare a bere altri brandy di non così elevata qualità, e il Toscano Millennium sarà lì a ricordarvi cosa significa Fumare – la maiuscola non è un caso!



Per informazioni:




Il Fummelier  c


giovedì 14 novembre 2013

Sigaro Toscano e... Birra non birra XYAUYU' Birra da Divano Riserva Teo Musso "Baladin" - 2/5


Si sa, tutto fa moda. Proprio oggi i media descrivevano di come in Italia, patria del vino, ormai – fra le cose IN – ci sia la birra, a patto che sia rigorosamente “artigianale”, non filtrata e senza conservanti...
L'affermazione che seguirà, lo premetto, non tutti la condivideranno, ma a leggere quanto si trova in giro sul web e sulle riviste di settore, il merito (diffusione di prodotti da micro-birrificio di qualità) o se preferite,  la causa (diventando moda, come in tutti i settori ci sono anche quelli che ne approfittano seguendo la corrente) viene fatto risalire a Teo Musso e alla sua “Baladin”, considerato il precursore ed innovatore nel campo della produzione e diffusione della cosiddetta birra... “artigianale”; se negli ultimi anni avete potuto provare delle ottime birre di qualità, ringraziate Teo, che ha aperto la strada a molti. Attenzione però alle parole – per quanto ancora risulta – la legge non permette di definirle tali, poiché non esiste legalmente, una distinzione con quelle “industriali”, tanto che è vietato pubblicizzarle come tali e scrivere la parola “artigianale” sull'etichetta. Scommetto che nessuno è meravigliato.
Premesso questo, non parlerò della “Baladin” in generale, ma di una linea particolare che ho potuto far apprezzare all'appena trascorsa edizione della Fiera del gusto GOOD 2013, ovvero la Birra da Divano XYAUYU', nelle sue versioni Oro, Barrel e Fumé.


Vado a spiegare adesso il perché del titolo...Birra non birra.
Come stimolereste ed incuriosireste coloro che non conoscono il prodotto, proponendo una degustazione di Sigaro Toscano in abbinamento con esso, se alla parola birra le espressioni – estremamente palesi - delle persone fossero sostanzialmente due?:
  • reazione 1: “Birra?  Nella terra del vino? Coi sigari?” segue faccia perplessa...
  • reazione 2: “Birra? Ah si, un bel boccale di birra fresca gelata e con tanta schiuma è quanto desideravo adesso” segue faccia sognante...

Ed ecco l'idea...Birra non birra, e spiegare che birra da divano significa proprio questo: una birra non gassata (ORRORE), ad alta fermentazione, ossidata (EH?), da non servire gelata (12-14 gradi la temperatura di servizio) e da gustare in modica quantità, vista la gradazione alcolica di 14% Vol.
D'altra parte nell'antichità la birra non era gassata, e spesso veniva servita calda, dopo l'immersione – all'interno del contenitore – di un ferro rovente. Ovviamente non sto dicendo che così debba essere servita, ma che l'idea della birra fresca, molto gassata e con la schiuma è una invenzione relativamente recente. Scanso equivoci, io amo entrambe le tipologie; quella moderna e quella “stile antico” come la birra da divano, non gassata e ossidata certo, ma in realtà molto moderna, curata in tutto il suo percorso produttivo.
Una bottiglia da 50cl di birra che, come disse lo stesso Teo, puoi aprire oggi, degustarne un calice, da solo o in compagnia, magari dopo un buon pasto e...assieme ad un buon sigaro, richiuderla e riaprirla fra una settimana, un mese...un anno, e sarà sempre perfetta. 


L'abbinamento con le tre XYAUYU' ha visto Toscano Modigliani, Mascagni e Soldati, ma devo dire che non nascondo un certo ottimismo nel ritenere che possano dare grandi soddisfazioni anche con altre tipologie di Toscano e perché no, Cubano.
Come per il Vermouth precedentemente recensito, la XYAUYU' è stata oggetto di interesse, sia nell'osservazione dell'etichetta che nel farsi regalare una bottiglia vuota, ma soprattutto nel chiedere “sbadatamente” e con gentilezza, di provarne ancora...che la prima volta non avevano compreso a pieno tutte le sfumature del gusto. Il paravento su cui erano affissi i poster Baladin  hanno fatto da sfondo a parecchie foto, oltre ad aver arredato con allegria e aggiunto una piacevole atmosfera retrò.
Insomma, non è una birra da bere in grosse quantità e sicuramente è un lusso che ci si può concedere spesso, poiché malgrado il costo, la si può degustare più volte con la stessa filosofia che ci avvicina a degustare ed abbinare i nostri sigari preferiti ai migliori rum, madeira, ramandolo o picolit...etc.
Poi, se volete divertirvi, fate – come ho fatto io – un piccolo scherzo a chi deciderete di far provare la vostra birra da divano XYAUYU'; servitegliene pochi centilitri in un bel bicchiere, senza ovviamente far vedere la bottiglia né accennando alcunché...e chiedete : cos'è?
Capirete il perché della definizione di Birra non birra.






Il Fummelier  c

giovedì 7 novembre 2013

Sigaro Toscano e...Mancino Vermouth - 1/5


Il mondo dei vini, dei distillati, dei liquori e delle birre sono vasti, tanto quanto quello dei cibi. In questo e nei prossimi articoli, analizzerò – sottoponendovi il mio personale punto di vista – alcune eccellenze nazionali che ho avuto l'onore ed il privilegio di assaggiare, di abbinare al mondo del tabacco e  in particolare del Sigaro Toscano.
Sarà un piccolo excursus non definitivo – visto che la mia passione per il buon bere, il buon fumare e il buon cibo – non si esaurirà così presto.
Ne ho scelte 5, solo per cominciare. Per Ferrari e Riserva Lunelli farò un ulteriore discorso a parte. Il tutto nasce come spontaneo proseguimento di ciò che l'appena trascorsa Fiera del Gusto di Udine, il “GOOD 2013” ha rappresentato; un percorso straordinario di degustazione ed abbinamenti eno-fumosi.

Mancino Vermouth, Birra da Divano Xyauyù di Teo Musso -“Baladin”, Vino Serprino di Quota 101, Cioccolateria Bonajuto e Brandy Villa Zarri (del quale ho già parlato in un particolare abbinamento ma che – a mio umile parere – merita un ulteriore approfondimento).


Cominciamo quindi, con il Vermouth Mancino.


Parlando con Guido Fini Zarri e dopo aver scoperto che la sua famiglia era stata l'inventrice del Select (se non lo conoscete non sapete quanto vi siete persi, visto che l'attuale prodotto attualmente in commercio con lo stesso nome, non è più di proprietà della famiglia Zarri e non ha nulla a che vedere con il prodotto originale) chiesi se esistesse ancora qualcuno che producesse il VERO vermouth. La risposta fu lapidaria: Mancino.


Ho avuto la possibilità di conoscere Giancarlo Mancino al Vinitaly a Verona  ed ebbi la possibilità di degustare i suoi prodotti. In quell'occasione ho avuto inoltre l'opportunità di vederlo lavorare dietro il bancone del bar del suo stand e di gustare un Milano-Torino da lui miscelato. Che dire...leggete il suo curriculum, non per niente è stato nominato anche – fra le altre cose – miglior barman mondiale.



 Non parlerò di lui quindi, se non in maniera appena accennata. Questo perché potete visitare il suo sito, seguire le sue gesta ed i suoi appuntamenti su twitter, su facebook, e in molti altri spazi web in cui viene citato e in cui si parla dei suoi prodotti; insomma  il Mancino uomo potete cercare di conoscerlo da soli, per scoprirne l'eclettismo e la passione; io proverò a farvelo conoscere, anche se solo parzialmente e soggettivamente, attraverso i suoi prodotti che, non c'è bisogno di evidenziarlo più del dovuto, consiglio almeno una volta di provare.
Il Vermouth nasce alla fine del '700 a Torino, ma gli appassionati sanno quanto sia difficile trovare oggi, e soprattutto in Italia, un prodotto all'altezza delle aspettative.
Proporre alle persone una degustazione di Sigaro Toscano in abbinamento al Vermouth – facile rendersene conto – non è così semplice. Parte delle persone non sa esattamente cosa sia. Altri arrivano ad associarlo a nomi come Campari e Martini e la domanda che pongono immediatamente è: “ma così, liscio? Non in un cocktail?”
Certo, il Vermouth è ingrediente f.o.n.d.a.m.e.n.t.a.l.e. dei più famosi e rinomati miscelati del mondo, ma così come per gin e tequile “commerciali”, non ci sogniamo neanche lontanamente di degustarli puri. Mancino invece è, il riscontro avuto nelle degustazioni ne ha dato conferma, una eccezione; basta fare un prodotto “alla vecchia maniera”, con le erbe, con il vecchio procedimento, per tornare alle origini del gusto. Semplice.
Chiedendo fiducia e superando le prime titubanze, dopo aver condotto gli avventori alla sala Fumoir, mi è bastato far portare al naso i calici in cui lo avevamo servito per conquistare l'attenzione e far si che la degustazione potesse proseguire in rilassatezza e soddisfazione.
Rosso Amaranto, servito con una fetta di arancia, Bianco Ambrato servito da solo e Secco, servito con una gustosa e grossa oliva dolce siciliana, sono state le tre alternative che nel corso delle giornate sono state offerte e degustate con Toscano Modigliani, e Toscano Mascagni, l'ultimo uscito in casa Manifatture Sigaro Toscano, che ha riscontrato alto gradimento e in molti sperano che diventi un prodotto continuativo.
Dopo il profumo, il gusto, e il rendersi conto di come, di fronte a questi Vermouth, ci fosse un mondo diverso rispetto a quanto conoscevano. La reazione di molti è stata quella di chiedermi la bottiglia e di leggere l'etichetta, con curiosità ed attenzione, di cui la persona ritratta nella foto è solo un esempio.

  
 (Nel ritratto, il giornalista Mirco Mastrorosa)

Ovviamente è impossibile descrivere a parole queste sensazioni, sarebbe comunque uno sforzo improbo ed inutile. Ma se ad ogni degustazione le persone chiedevano, mentre proseguivamo con l'abbinamento fumoso e con la descrizione del mondo del Sigaro e delle sue declinazioni, il bis...e poi il ter, fino ad obbligarmi ad un certo punto a chiudere repentinamente l'appuntamento per dare la possibilità di preparare per la degustazione successiva, beh un motivo doveva pur esserci.

Per conoscerlo ed avere informazioni su di lui, sui suoi prodotti e sulla distribuzione:



Il Fummelier  c

domenica 27 ottobre 2013

Il Toscano è trasversale




Poche sono le cose in comune fra politici che aderiscono a partiti e correnti diverse, in Italia. Una delle poche cose “trasversali” è il Sigaro Toscano. Il Fumo Lento – che sia di Toscano, Cubano, Pipa – è una di quelle cose che il compianto e grande Giorgio Gaber non avrebbe – e non ha - potuto definire se essere di destra o di sinistra.



In generale, l'apprezzare il consumo consapevole, riflessivo e appassionato del tabacco e – più in particolare del rinomato sigaro italiano – non è ad appannaggio esclusivo di nessuno. 












Il Toscano è di tutti...ed è bello così.

Il Fummelier  c

domenica 20 ottobre 2013

GOOD 2013




Dal 31 Ottobre al 3 Novembre si svolgerà l'edizione 2013 della biennale Fiera del Gusto “GOOD”. Un appuntamento importante di per sé, per la possibilità di gustare variegati prodotti eno-gastronomici, partecipare a conferenze, dibattiti e laboratori, e imperdibile per gli appassionati di Sigaro Toscano, visto che il Club sarà presente con due stand all'interno della Fiera da giovedi 31 Ottobre a sabato 2 Novembre.
Ci sarà lo stand interno al padiglione n°5 con la presenza delle Sigaraie di Lucca a mostrare il processo di realizzazione manuale del Toscano Originale e di due graziose Hostess per le iscrizioni alle degustazioni libere e a quelle laboratorio (guidate), con l'abbinamento di Sigari Toscani; ci sarà poi, a breve distanza (un corridoio) una sala interna - ebbene si non un gazebo esterno -  chiusa e riservata ai soci del Club – vecchi e nuovi – (l'iscrizione è rapida e completamente gratuita) riscaldata e arredata, nella quale rilassarsi e gustare in tutta tranquillità le eccellenze italiane o straniere in fatto di vini, distillati, cioccolati ecc. e il fumo dell'Amato Sigaro. Coadiuverà il sottoscritto   Fummelier c, la professionale e gradita presenza del Dott. Fiorica, titolare dell'omonima e rifornitissima rivendita tabacchi di Via Canciani in Udine.


Insomma, tre giorni di degustazioni e appassionati dibattiti sul mondo del vino, dei distillati, delle birre, del buon vivere, del buon bere e del buon mangiare e – naturalmente – sul mondo del tabacco e del Sigaro Toscano.

Toscani in degustazione:
  • Antico Toscano
  • Toscano Originale
  • Antica Tradizione
  • Soldati
  • Modigliani
  • Mascagni
  • Toscanello Caffé


In ordine alfabetico i Partner Amici del Toscano per questa edizione del GOOD :

Vi aspettiamo numerosi...

Il Fummelier  c

giovedì 10 ottobre 2013

Cosa distingue un Sigaro Toscano da un altro?


Una delle domande che più spesso si fanno gli appassionati di Toscani ma anche coloro che ancora non lo sono o sono semplici curiosi è: “ma se tutti i Sigari Toscani sono fatti con lo stesso tipo di tabacco e curati a fuoco, come si riesce a realizzarne di così tanti e differenti tipologie?”

Due parametri sono fissi e valgono per TUTTI i Sigari Toscani:

  • Tabacco varietà Kentucky
  • Cura a fuoco delle foglie


I parametri variabili che determinano tali e tante differenze di risultato e così tanti tipi di sigaro e quindi di gusto, sono:

  • Le foglie della pianta del tabacco si dividono – dall'alto verso il basso – in apicali, mediane e basali
  • La provenienza delle foglie a seconda della coltivazione delle piante; in Italia, ad esempio, le zone di coltivazione sono 5, ognuna con le sue caratteristiche peculiari (come da uscita dei Toscanelli “monorigine”):
    - Valdichiana (Toscana)
    - Lazio
    - Campania
    - Valtiberina (Umbria e Toscana)
    - Veneto
  • Stagionalità del prodotto: così come le viti per il vino, le coltivazioni di tabacco risentono – nel bene e nel male – delle condizioni atmosferiche.
  • Durata della fase di Ammarronamento (cura a fuoco) delle foglie
  • Tipologia di legno usato per la cura a fuoco delle foglie (ammarronamento) a seconda della destinazione d'uso; può essere più o meno duro, verde, stagionato, aromatico, etc. etc.
  • Percentuale di differenti tipologie di foglie e di provenienza nella composizione del sigaro (Ricetta)
  • Durata della fermetazione
  • Temperatura adottata nelle celle di stagionatura
  • Durata della stagionatura
  • ...
     
     
...non sono elencate tutte le variabili, ne sono consapevole, che contribuiscono a differenziare il prodotto finito, ma credo di aver risposto abbastanza esaurientemente alla domanda iniziale.

E' quindi immaginabile capire quanto si possa “giocare” con la materia prima per rendere differente il prodotto finito, pur parlando sempre di tabacco varietà Kentucky curato a fuoco.



Il Fummelier  c