Il mondo dei vini, dei
distillati, dei liquori e delle birre sono vasti, tanto quanto quello
dei cibi. In questo e nei prossimi articoli,
analizzerò – sottoponendovi il mio personale
punto di vista – alcune eccellenze nazionali che ho avuto l'onore
ed il privilegio di assaggiare, di abbinare al mondo del tabacco e
in particolare del Sigaro Toscano.
Sarà un piccolo excursus
non definitivo – visto che la mia passione per il buon bere, il
buon fumare e il buon cibo – non si esaurirà
così presto.
Ne ho scelte 5, solo per
cominciare. Per Ferrari e Riserva Lunelli farò un ulteriore discorso a parte. Il tutto nasce come spontaneo proseguimento
di ciò che l'appena trascorsa Fiera del Gusto di Udine, il “GOOD
2013” ha rappresentato; un percorso straordinario di degustazione
ed abbinamenti eno-fumosi.
Mancino Vermouth, Birra
da Divano Xyauyù di Teo Musso -“Baladin”, Vino Serprino di Quota
101, Cioccolateria Bonajuto e Brandy Villa Zarri (del quale ho già
parlato in un particolare abbinamento ma che – a mio umile parere –
merita un ulteriore approfondimento).
Cominciamo quindi, con il
Vermouth Mancino.
Parlando con Guido Fini Zarri e dopo aver scoperto che la sua famiglia
era stata l'inventrice del Select (se non lo conoscete non sapete quanto
vi siete persi, visto che l'attuale prodotto attualmente in commercio con lo stesso nome, non è
più di proprietà della famiglia Zarri e non ha nulla a che vedere con il
prodotto originale) chiesi se esistesse ancora qualcuno che producesse
il VERO vermouth. La risposta fu lapidaria: Mancino.
Ho avuto la possibilità di conoscere Giancarlo Mancino al Vinitaly a Verona ed ebbi la possibilità di degustare i suoi prodotti. In quell'occasione ho avuto inoltre l'opportunità di vederlo lavorare dietro il bancone del bar del suo stand e di gustare un Milano-Torino da lui miscelato. Che dire...leggete il suo curriculum, non per niente è stato nominato anche – fra le altre cose – miglior barman mondiale.
Non parlerò di lui quindi, se non in maniera appena accennata. Questo perché potete visitare il suo sito, seguire le sue gesta ed i suoi appuntamenti su twitter, su facebook, e in molti altri spazi web in cui viene citato e in cui si parla dei suoi prodotti; insomma il Mancino uomo potete cercare di conoscerlo da soli, per scoprirne l'eclettismo e la passione; io proverò a farvelo conoscere, anche se solo parzialmente e soggettivamente, attraverso i suoi prodotti che, non c'è bisogno di evidenziarlo più del dovuto, consiglio almeno una volta di provare.
Il Vermouth nasce alla
fine del '700 a Torino, ma gli appassionati sanno quanto sia
difficile trovare oggi, e soprattutto in Italia, un prodotto
all'altezza delle aspettative.
Proporre alle persone una
degustazione di Sigaro Toscano in abbinamento al Vermouth – facile
rendersene conto – non è così semplice. Parte delle persone non
sa esattamente cosa sia. Altri arrivano ad associarlo a nomi come
Campari e Martini e la domanda che pongono immediatamente è: “ma
così, liscio? Non in un cocktail?”
Certo, il Vermouth è
ingrediente f.o.n.d.a.m.e.n.t.a.l.e. dei più famosi e rinomati
miscelati del mondo, ma così come per gin e tequile “commerciali”,
non ci sogniamo neanche lontanamente di degustarli puri. Mancino
invece è, il riscontro avuto nelle degustazioni ne ha dato conferma,
una eccezione; basta fare un prodotto “alla vecchia maniera”, con
le erbe, con il vecchio procedimento, per tornare alle origini del
gusto. Semplice.
Chiedendo fiducia e
superando le prime titubanze, dopo aver condotto gli avventori alla
sala Fumoir, mi è bastato far portare al naso i calici in cui
lo avevamo servito per conquistare l'attenzione e far si che la
degustazione potesse proseguire in rilassatezza e soddisfazione.
Rosso Amaranto, servito
con una fetta di arancia, Bianco Ambrato servito da solo e Secco,
servito con una gustosa e grossa oliva dolce siciliana, sono state le
tre alternative che nel corso delle giornate sono state offerte e
degustate con Toscano Modigliani, e Toscano Mascagni, l'ultimo uscito
in casa Manifatture Sigaro Toscano, che ha riscontrato alto gradimento e in molti sperano che diventi un prodotto continuativo.
Dopo il profumo, il
gusto, e il rendersi conto di come, di fronte a questi Vermouth, ci
fosse un mondo diverso rispetto a quanto conoscevano. La reazione di
molti è stata quella di chiedermi la bottiglia e di leggere
l'etichetta, con curiosità ed attenzione, di cui la persona ritratta
nella foto è solo un esempio.
(Nel ritratto, il giornalista Mirco Mastrorosa)
Ovviamente è impossibile
descrivere a parole queste sensazioni, sarebbe comunque uno sforzo
improbo ed inutile. Ma se ad ogni degustazione le persone chiedevano,
mentre proseguivamo con l'abbinamento fumoso e con la descrizione del
mondo del Sigaro e delle sue declinazioni, il bis...e poi il ter,
fino ad obbligarmi ad un certo punto a chiudere repentinamente
l'appuntamento per dare la possibilità di preparare per la
degustazione successiva, beh un motivo doveva pur esserci.
Per conoscerlo ed avere
informazioni su di lui, sui suoi prodotti e sulla distribuzione:
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